Destinazione: Bali – Gili Trawangan
08 ottobre 2012 – 15° giorno
I galli cantano e il muezzin inizia la sua preghiera, un altro giorno comincia qui a Trawangan. Facciamo colazione presto, del resto il pomeriggio partiamo per l’Italia. Arriviamo in spiaggia che non c’è proprio nessuno, ma nessuno nessuno. La marea è bassa e l’aria è ancora fresca, ma per poco. Ultimo bagno nell’acqua cristallina e blu. Passa come ogni mattina il ragazzo che vende le perle e all’ennesimo ‘No thanks!’, si siede con noi sotto l’ombrellone e comincia a chiacchierare. E’ talmente simpatico che alla fine prendiamo pure noi qualcosa con le perle di Lombok. Ritorniamo all’hotel e per l’ultima volta facciamo la strada sterrata che ogni ciclista vorrebbe avere! Ci danno l’hospitality room per farci la doccia e aspettiamo nella lobby la nostra ora. Arriva puntuale il nostro cidomo e via di carrozza fino alla spiaggia dell’hotel dove ci imbarcano con la barca del Luce d’Alma. Ci mettiamo circa 20 minuti fino a Lombok, l’isola di fronte. Come d’abitudine ci sbarcano sulla spiaggia e abbiamo appena il tempo di asciugarci i piedi e incastrare le valigie sull’auto che partiamo per l’aeroporto. Ci vogliono circa 1 ora e 40 minuti per arrivare fino a Praya Lombok e intanto ci gustiamo il panorama di tutta la costa, che varia da palmeti, zone rurali, zone turistiche e la trafficata capitale, Mataran. L’aeroporto è nuovissimo e in mezzo alle brulle campagne, ma come tutti gli aeroporti delle zone mussulmane c’è confusione e lunghe attese, sia per il check-in che per la dogana. Appena arrivati allo sportello dell’immigrazione facciamo la prima fila di 30 minuti per scoprire che ci mancava la carta del pagamento delle tasse d’imbarco. Quindi corriamo giù per le scale, assieme all’altra coppia do Bologna, per pagare. Ma no potevano dircelo al check-in dove pagare!!! Di nuovo su per la scale a due a due e da bravi italiani rinco ci rimettiamo in fila per la seconda volta. I minuti passano e il funzionario è sempre più lento. Dopo altri 40 minuti riusciamo ad andare al gate e salire in aereo! Arrivati a Singapore prendiamo lo shuttle bus esterno su monorotaia per arrivare all’altro terminal. Immenso e pieno di negozi di ogni genere, difficilmente ci si può perdere dato che i cartelli indicano perfino il tempo in minuti per raggiungere il gate desiderato. Dopo cinque tapirulan, arriviamo al nostro imbarco e senza perdere nemmeno un attimo passiamo il metal detector e ci imbarchiamo sul secondo aereo. Il viaggio è più tranquillo questa volta e riusciamo anche a dormire più facilmente, la notte sembra non finire mai e quando ci svegliano per la colazione sono le cinque di mattina!! Sbarcati e con valigia alla mano aspettiamo la navetta per i parcheggio con 15 gradi, molto freddo per noi! Quando ormai inizia ad albeggiare, prendiamo la strada verso casa sotto una grigia e nuvolosa giornata che da sola ci mette già nostalgia!
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